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31 mars 2011

LavoroVita da freelance

Tre donne che hanno lasciato il posto sicuro per la libera professione ti raccontano i pro e contro di questa scelta e le dritte per sopravvivere di
Freelance per obbligo o per scelta? Luisa, Sabrina e Ornella non hanno alcun dubbio: la loro è stata una scelta. Tutte e tre hanno voluto dedicarsi alla libera professione spinte da una grande passione per il loro lavoro. Ma non si è trattato di una decisione facile da prendere. Perché per un posto sicuro da dipendente a cui rinunci, trovi una partita Iva da aprire, un commercialista da pagare e fatture da compilare. Allo stesso tempo, però, basta pronunciare la parola freelance per suscitare sospiri di invidia e borbottii di chi deve rispettare gli orari d’ufficio e concordare le ferie con i colleghi. Anche tu stai rimuginando da tempo sull’argomento e sei indecisa se fare o meno questo grande passo? Ti aiutiamo a valutare la situazione con l’aiuto di chi c’è già dentro.
Pro e contro
«Era l’unico modo per fare il mestiere che ho sempre sognato e conciliarlo nel migliore dei modi con il mio “lavoro” di mamma» spiega Luisa Santonocito, giornalista e addetta stampa. «Certo, è entusiasmante non dover timbrare ogni mattina il cartellino e lavorare da casa. Ma non avere orari significa anche passare il weekend al computer, o sedercisi davanti la sera, quando i piccoli sono andati a dormire. Ovviamente senza gli straordinari pagati». I mestieri creativi, dal pubblicitario all’illustratore, sono quelli che si prestano meglio al lavoro autonomo. Ce lo conferma Sabrina Zanicchi, art director editoriale. «Dare libero sfogo al mio estro, con meno paletti possibile. Ecco quello che mi è sempre premuto di più. E così mi sono creata da sola il primo giro di clienti: l’ideale è averne due o tre fissi, con cui lavorare prevalentemente, e poi altri più piccoli, per arrotondare. Tutto è filato alla perfezione, finché non ho avuto qualche problema di salute e sono stata costretta a rallentare un po’ il ritmo di lavoro. È lì che sono iniziate le preoccupazioni: perché se non lavori non puoi fatturare, e la copertura malattia della cassa di previdenza è davvero bassa». Per non parlare della maternità. «Basta dire che la Gestione separata dell’Inps (riservata ai liberi professionisti che non hanno un Albo di riferimento) calcola l’assegno di maternità in base al reddito dei 12 mesi precedenti i 2 mesi prima del parto, periodo in cui la lavoratrice difficilmente può aver lavorato in maniera continuativa» fa notare Ornella Giacobone, traduttrice e vicepresidente dell’Associazione italiana traduttori e interpreti. «Nonostante questo, rifarei mille volte la stessa scelta. Anch’io ho deciso di fare la freelance dopo un’esperienza da dipendente con più delusioni che soddisfazioni. Ero convinta delle mie qualità e volevo metterle in risalto, quindi mi sono felicemente esposta ai rischi che c’erano».

Gli strumenti per orientarsi
Da qualche mese c’è una novità in edicola: è Il Giornale delle partite Iva, il primo mensile per i liberi professionisti. Nelle sue pagine, trovi articoli che spaziano dalle questioni fiscali e pensionistiche agli aspetti più organizzativi della libera professione (ad esempio come scegliere il biglietto da visita o il software per archiviare le fatture). Nella tua biblioteca, non può mancare poi il “Manuale di sopravvivenza per il popolo delle partite Iva” di Laura Pesce, commercialista e consulente per piccole e medie aziende a Milano (Mind Edizioni). Per non ritrovarsi di fronte al commercialista e non capirci un’acca quando ti parla di regimi fiscali e modelli F24.

Così puoi risparmiare
Operatori telefonici (business.vodafone.it, fastwebaziende.it),conti correnti bancari (poste.it/bancoposta/inproprio, chebanca.it), fornitori di energia elettrica (enel.it), fanno a gara per proporre tariffe vantaggiose a misura di liberi professionisti. Non puoi permetterti un ufficio e ti pesa passare tutto il giorno a casa a lavorare da sola? Condividi lo spazio con altri freelance in uno spazio coworking, dove puoi affittare la scrivania, la sala riunioni, il telefono e tutti gli annessi e connessi tecnologici anche per un giorno, una settimana o un mese. E paghi l’abbonamento come in palestra. Info su http://coworkingproject.com. (30 marzo 2011)
La Repubblica